Supermosca: Darchinyan inarrestabile, distrugge Arce e punta al poker
Bastassero orgoglio e coraggio, il messicano Jorge Arce (51+5-1=) avrebbe forse tenuto testa al mancino d’Armenia, di stanza a Sydney, Vic Darchinyan (32+1-1=) un “bull” terribile che ha letteralmente stritolato lo sfidante alle cinture WBC, WBA e IBF supermosca, rimaste saldamente nella bacheca di un guerriero che il tempo sembra corazzare sempre più.
Il mancino armeno (33 anni) ha dato dimostrazione di completezza tecnica e tattica, mostrando miglioramenti solitamente improbabili dopo tanti anni di ring. Lui c’è riuscito, sorprendendo gli esperti, mostrando sicurezza senza appannamenti nel corso di undici round non bellissimi sul piano dell’ortodossia tecnica, ma di assoluto spettacolo per l’intensità degli scambi. Potremmo definirlo un match all’antica, richiamando alla memoria le battaglie nei pesi gallo dei vari Manuel Ortiz, Jose Becerra e, ancor più Lionel Rose l’aborigeno di Warragul. Gente forte che in battaglia gettava tutto, anche se tecnicamente diversi.
Darchinyan ha dominato rispondendo alle provocazioni di Arce con la stessa moneta, come dire gomiti e testa, dettati dalla tranche agonistica. La differenza sostanziale è che la base tecnica di Vic è solida come una rupe, la scelta di tempo troppo superiore e la consistenza dei colpi ha fatto il resto. Arce le ha provate tutte, ha cambiato tattica cento volte, ha cercato di usare la velocità delle gambe, di fare l’attaccante e l’attendista, di imporre lo scambio per ritrovarsi frastornato dai colpi di un Darchinyan che sciorinava pugni da ogni posizione, si copriva meglio e anticipava ogni intuizione del messicano.