Due ritiri forzati danno gloria e risultato a Bradley ed Alexander!

{joomplu:3120 left}All’Agua Caliente Casino di Rancho Mirage, in California (USA), Timothy “Desert Storm” Bradley ha sconfitto per ritiro al terzo round il temibile Nate “The Galaxxy Warrior” Campbell, costretto ad abbandonare la contesa in seguito a un taglio in prossimità dell’occhio sinistro. In questo modo Bradley si è riconfermato campione del mondo dei superleggeri per la sigla WBO. Nell’altro match importante della serata, il giovane Devon “The Great” Alexander, ha avuto la meglio, sempre per ritiro, questa volta all’ottavo round, sul più esperto e titolato Junior “The Hitter” Witter, impossibilitato a proseguire dopo un infortunio alla mano sinistra. Questi i cartellini dei giudici al momento dello stop: due 79 a 73 e un 80 a 72, tutti per Alexander che è ora il nuovo campione del mondo dei superleggeri per la WBC.

Timothy Bradley per una serie di ragioni partiva decisamente favorito nel match con Campbell. “The Galaxxy Warrior” tuttavia, pur provenendo da una categoria di peso inferiore ed avendo sulle spalle un cospicuo numero di battaglie logoranti, rese ancor più estenuanti dal suo stile offensivo, era visto un pò da tutti gli appassionati come un ostacolo da non sottovalutare per l’imbattuto americano. Oltretutto Campbell non è nuovo a sorprese e scherzetti avendo inflitto la prima sconfitta da professionista al lanciatissimo Juan Diaz in un match memorabile poco più di un anno fa. Quello che dunque doveva essere un incontro interessante e combattuto fino all’ultimo è durato però troppo poco per dire granchè agli appassionati ed il finale controverso lascerà senza dubbio scie di polemiche. Dopo i primi due round, caratterizzati da una maggiore attività da parte del campione, visibilmente più attrezzato dal punto di vista fisico per la categoria, uno scontro accidentale di teste ha aperto un vistoso taglio in corrispondenza del sopracciglio sinistro di Campbell, taglio reso via via più marcato dai colpi di Bradley, abile nell’intensificare la sua azione nel momento di difficoltà dell’avversario. Nel corso del minuto di riposo lo sfidante ha detto all’arbitro, il signor David Mendoza, di non vedere più dall’occhio sinistro, probabilmente convinto di veder assegnare al refree il no-contest come sovente accade in tali circostanze. Mendoza tuttavia ha chiuso si il match, ma decretando la vittoria di Bradley,  come se la ferita fosse stata causata da un regolare colpo, nonostante le proteste dell’angolo di “Galaxxy Warrior”. Non ci resta che sperare in una rivincita: Bradley è apparso sicuro di sè e pronto a fornteggiare gli attacchi del rivale; difficile credere però che il duro fighter residente in Florida non avesse qualche asso nella manica da tirare fuori nelle fasi successive del match: del resto lo stesso Juan Diaz, dopo la prima parte del match con Campbell sembrava in chiaro controllo della situazione e destinato a vincere ai punti…

{joomplu:3119 left}Molti di più sono stati gli spunti di riflessione offerti agli amanti della boxe dall’altro match atteso della riunione. Se da una parte l’incredibile sicurezza di Alexander, appena ventiduenne, ha sorpreso in positivo, dall’altra la prova di Witter ha certamente deluso le attese. “Alexander The Great” infatti, ha perennemente tenuto l’iniziativa, confondendo il più esperto rivale con la sua impostazione mancina e scuotendolo innumerevoli volte con combinazioni da manuale seguite da ottime schivate volte ad evitare le rabbiose quanto isolate e inconcludenti repliche del campione. Come nell’incontro sostenuto con Bradley, “The Hitter” ha pagato la sciagurata tattica di cercare in ogni istante del combattimento il colpo risolutore, che invece come insegnano i primi giorni in palestra, è il risultato di un lavoro costante e metodico e non l’unica soluzione per vincere senza arrivare ai cartellini. Cartellini che al termine dell’ottavo round sancivano chiaramente la superiorità dello sfidante. A questo punto si è verificato un curioso episodio: l’arbitro, Lou Moret, ha richiamato Witter per trattenute eccessive e quest’ultimo per tutta risposta ha deciso di non continuare il combattimento. Solo in un secondo momento ha lamentato un infortunio al gomito. L’intera situazione desta comunque qualche sospetto.

Quel che è certo è che i superleggeri hanno una nuova star, veloce, potente e tatticamente irreprensibile. Vista l’età e i conseguenti margini di miglioramento è facile prevedere che Alexander contribuirà e non poco a dare lustro e spettacolo a una categoria già popolata da combattenti dalla boxe entusiasmante come Ortiz, Maidana, Khan e Urango, per citarne quattro.

 

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