Lo stage pre mondiale di Pietroburgo, illuminato da Valuev, sparring di Cammarelle e Russo
San Pietroburgo. L’ultimo stage prima dei mondiali di Milano, dall’uno al dodici settembre gli azzurri l’hanno trascorso a Pietroburgo in Russia, svolgendo quello che i due tecnici, Francesco Damiani e Raffaele Bergamasco hanno definito di quantità. Durato dal 26 luglio al 5 agosto. Il posto lo conoscevano bene, essendoci stati a maggio, in pieno svolgimento dei dual match. La zona scelta si chiama Ostrov Krestovski una delle numerose isolette che avvolgono il cuore della città, nella parte nord occidentale. Posto ideale per chi deve allenarsi: verde a perdita d’occhio, un bellissimo parco giochi, il braccio della Malaja Nevka (Piccola Nieva) che gioca tra le macchie di un parco infinito. L’albergo dove alloggiano atleti e tecnici è il riferimento da anni di squadre che arrivano da ogni parte del mondo. Non solo di sport, cultura e spettacolo ospitano i protagonisti di appuntamenti che riempiono il calendario estivo della città. Agosto è il mese delle Forze Armate, degli artisti del circo, del balletto classico e ogni sera ci sono spettacoli a tema. E’ arrivata anche Madonna, catturando nella piazza centrale, che guarda l’Hermitage, non meno di 20.000 appassionati che hanno resistito per oltre due ore sotto un diluvio degno dei tropici.
In questo piccolo paradiso verde, si sono svolte le sedute mattutine degli otto azzurri: Picardi, Parrinello, Di Savino, Valentino. Vangeli, Podda, Russo e Cammarelle. Tutti coinvolti nella corsa, vuoto, ginnastica e tanti altri esercizi che venivano completati al pomeriggio all’interno della CKA, l’Accademia Sportiva dell’Esercito con le sedute di guanti.
Nel corpo dell’imponente Palasport, vicino allo stadio dello Zenit la squadra di calcio, palestre per ogni disciplina. La boxe è uno dei punti forti. Una cinquantina di pugili affolla la struttura dove gli ornamenti sono il ring e tutte le attrezzature classiche dei fighter. Nella struttura polisportiva, dove giostrano le squadre dell’hockey su ghiaccio, il basket, la ginnastica e il calcio, il piccolo esercito in guantoni, altrettanto multicolore, esegue un festival non meno eccitante, dove i pugni sono componenti di una musicalità corale degna di un festival. Francesco Damiani a Raffaele Bergamasco sulla sponda italiana e Oleg Kuzmir in quella russa, scandiscono i tempi di un balletto dove le riprese hanno la bellezza della danza. Sembra incredibile che tanti sparring senza alcuna linea di confine si scambino colpi, eseguano schivate, si muovano e ballino all’unisono, come coppie di ballerini. Picardi schiva e rientra sui vari Badrutdinov, diciottenne di grande avvenire, Kaymov e Kurbanov. Parrinello scarica il lungo sinistro tra i guantoni di Averin e Shorokhov, gli stessi compagni di guanti che trova Di Savino, in grande spolvero, adesso che ha automatizzato il montante destro. Per Valentino, il cui crescendo di condizione lascia sperare in grande per Milano by mundial, gli allenatori crescono di numero ogni giorno, come i funghi in autunno Nelle ultime sedute hanno toccato quota dieci. Uno per ripresa. Ci provano tutti: Nagzibekov, Tzipin, Muteaev, Solomyenko, Musaev, Zino’ev, Berchuk e addirittura Voronin che milita nei welter, oltre a Pavlov che combattè lo scorso anno a Siena e poi a Caserta. Mirco ha l’argento vivo addosso. Entra ed esce come un fulmine a ciel sereno, colpisce e sparisce. Vangeli ha ritmi più ragionati, gli stessi che incrociano i dardi di Valentino giocano meglio con Dario, senza esagerare perché il mancino leccese anche se ci pensa un po’ quando scatta ha velocità e precisione. Per Podda, cuore e radici sarde, crescita e residenza a Tarquinia, i tempi sono meno veloci, un diesel che deve ascoltare lo strillo si Damiani per evitare i destri di Petrov , oltre a Grigoriev. Quando tocca a Shengeliya i pugni di Luca sono più sciolti e rapidi. Alla fine il pro è meglio del contro, anche se c’è da lavorare parecchio, smaltendo le tossine del pesante lavoro sostenuto. Chi sta entrando al top è Clemente Russo. Tirato, ciarliero e scattante, delizia i presenti facendo venire il mal di testa agli sparring che ci provano in tutti i modi. Musin, un brevilineo rapido, sa il fatto suo, ha mestiere anche in pizzico d’arte, ma sventaglia i colpi nell’aria e Russo ha rientri precisi e improvvisi. Non più gli sventoloni del recente passato, gli abbracci perditempo e altre diavolerie. Music e Ryabzek vanno spesso a farfalle, mentre Clemente esegue balletti sudamericani.
Uno spettacolo quotidiano che ha portato sempre più interesse per la squadra azzurra, facendo salire la temperatura ambientale proporzionalmente ad ogni scandire dei giorni.
Inatteso è arrivato il colpo ad effetto, tanto bello quanto stimolante. Protagonisti il pluricampione azzurro, Roberto Cammarelle e Clemente Russo capaci di attirare l’attenzione di Nicolay Valuev. Sissignori, il campione del mondo WBA, il beniamino di Pietroburgo (2,15 di altezza per 145 kg.). Il gigante russo ha chiesto di fare i guanti con gli italiani. Il primo contatto venerdì 31 luglio, sei round che potremmo definire di assaggio. Cammarelle chiamato a fare da sparring, non ha subito nessuna sudditanza, prudente in avvio, sempre più sicuro col passare dei round. Tre giorni dopo, nella seconda sessione, i ferri si sono scaldati quel giusto che ci si aspettava e il pubblico si è divertito oltre le attese. E’ arrivata poi la ciliegina sulla torta, allorchè ha chiesto di fare altri due round. Clemente Russo il prescelto, non ha perso l’occasione di questa nuova esperienza, confermando lo stato di grazia. Se è pur vero che Valuev, grande sportivo si è limitato a difendersi, senza mai forzare, è altrettanto vero che il campione del mondo di Chicago, è stato bravissimo a infilare saettanti sinistri e buoni destri nella pur stretta guardia di un pugile che lo sovrastava di 35 centimetri e pesava oltre 60 kg. Evitando con spostamenti rapidissimi i lunghi sinistri e i larghi destri del russo.
Francesco Damiani confessa che in un primo tempo era abbastanza incredulo: “Non tanto per l’opportunità, decisamente bellissima, quanto per il fatto che un professionista affermato, che guadagna cifre incredibili, fosse stato attento alla nostra presenza e si offrisse di mettersi a disposizione. La realtà è stata superiore all’attesa. Valuev è arrivato con l’attrezzatura da allenamento, accompagnato dal suo maestro Alexander Zimin, che conosce bene le regole del gioco e ha fatto crescere il pugile anche nei rapporti pubblici. Nikolay è stato disponibile con tutti, in posa per centinaia di foto, stretto mani e fatto i complimenti sia a Cammarelle che Russo. Il primo lo ha descritto ottimamente impostato, veloce e anche potente. Anche se un po’ ripetitivo nelle azioni d’attacco. Per Russo ha usato il termine ‘imprevedibile’, come dire che non sai mai cosa ha in mente di fare”.
Non meno entusiasta Raffaele Bergamasco il c.t. azzurro: “Grande opportunità e grande spot per la boxe. Roberto non lo scopriamo adesso. La cosa bella è che sta entrando nella migliore condizione al momento giusto. Le riprese con Valuev sono servite alla causa della boxe. E anche alla conferma di quanto la nazionale italiana sia cresciuta al punto di richiamare l’attenzione di un big dei professionisti. Per quanto riguarda Clemente, considerato che Valuev pesava oltre 50 kg. quindi doveva solo evitare i colpi dell’italiano, lo spettacolo non è mancato neppure nei due round proposti. Russo ha ricevuto i complimenti del russo. Una grande soddisfazione. E’ doveroso dire grazie all’amico Oleg Kuzmir che ha il fiuto dello spettacolo”,
Cammarelle, in merito a questa esperienza ha idee molto chiare: “L’ho studiato il primo giorno, poi ho capito che il suo ritmo era decisamente lento per la nostra boxe. Come scattavo trovavo bersaglio, nessuno dei due ha forzato, ma lui faticava di più a portare le serie. Si doveva limitare ad un solo colpo. Nella seconda seduta abbiamo fatto abbastanza sul serio. Forse per colpa mia. L’ho preso bene col sinistro mentre avanzava e sicuramente non ha gradito. Per questo ci ha pure provato a mettere qualche bomba a bersaglio. Chiaro che si trattava di allenamento, ma era anche giocoforza non fare la parte dei secondi- Lui è campione del mondo professionisti, io dei dilettanti e anche dei Giochi. Dovevo difendere la categoria e credo di aver fatto il mio dovere. Comunque una bella esperienza e anche la conoscenza diretta sul ring di un big tra
i professionisti contro uno dilettante. Bilancio a mio giudizio di parità, lui pesante e più lento, io più rapido e meno ficcante. Confesso che certe riprese con Nikitaev, tipo tosto e furbo, sono state più impegnative”.
Andiamo a parlare col tovarisc Nikitaev. Un giudizio su Cammarele?.
“Bravissimo, grande campione. Porta tutti i colpi e schiva in modo incredibile. Ho provato a tenerlo impegnato colpendo anche duro, sono riuscito una volta, poi ha dovuto chiudere la guardia e fare marcia indietro. Troppo bravo. Sicuramente ho imparato molto. Una fortuna per l’Italia avere tanti campioni come Cammarelle, Russo e Valentino che conosco bene, ma ho visto crescere anche altri italiani”.
Diciamo pochi ma buoni. Questo il refrain attuale, sperando che la situazione possa crescere non solo verticalmente ma pure orizzontalmente. Un grazie all’amico Alexandr Egorov, della federazione italiana, traduttore sempre disponibile nei giorni della nostra trasferta.
Imperdibile la battuta del capitano azzurra, dopo che i tecnici hanno consegnato ai responsabili della palestra il gagliardetto italiano firmato da tutti i ragazzi. “Se ai mondiali batteremo qualche russo, merito e colpa saranno dei loro connazionali, Valuev Compreso che tanto bene ci hanno allenato”.
Un ringraziamento lo meritano Gennai Khlobistin e Zubavlenko Andrei, i dirigenti responsabili della palestra dell’esercito, infaticabili nel soddisfare ogni necessità di lavoro della squadra italiana. Li rivedremo a Milano, rivali ma sempre amici.
Il MILOC di Andrea Locatelli e Paolo Taveggia, potrà contare su una squadra azzurra veramente concentrata e galvanizzata, che a Pietroburgo ha avuto modo di sbizzarrirsi anche in un esercizio inconsueto: mettersi in posa per l’obiettivo di Fabio Bozzani, inviato in Russia, in una missione piacevole e produttiva: Mettere a fuoco i momenti di uno stage che rappresenta la punta di un lavoro preparativo alla vigilia dei Mondiali. Così gli esercizi, i salti e le ripetute, la corsa e la boxe a vuoto, e ogni movimento nell’immenso parco, sono diventate immagini impedibili, che potrebbero e dovrebbero tramutarsi in un calendario di sport, tramutandosi in un sicuro spot promozionale.
Tra l’altro è stato ufficializzato che saranno dieci gli azzurri promossi ai mondiali. Oltre agli otto citati, l’11 agosto, data del ritrovo ad Assisi, si uniranno il welter romano Alex Marziali e il mediomassimo palermitano Gianluca Rosciglione. Confermato il ritorno alle teste di serie, che proseguirà anche ai Giochi di Londra.
Il saluto alla città è stato un misto di gioia per il ritorno a casa e di sottile desiderio affinché sia un arrivederci con gli amici russi. Rivali leali e colleghi di un lavoro chiamato pugilato, che unisce tutti i popoli, dove i pugni sono la componente del confronto ma anche il collante di una rivalità che resta sempre sul ring e si tramuta in rispetto appena suona il gong della fine. Un grande esempio, invidiato da molti.