14° edizione mondiali dilettanti: Chicago 2007
{joomplu:3214 left}Se l’Italia del pallone, nel 2006, ha potuto urlare “Campioni del Mondo!!!”, l’Italia dei guantoni, nel 2007, ha potuto replicare con un inedito e straordinario “Due Campioni del Mondo!!!”. Non era mai successo nella storia della boxe italiana ai Campionati Mondiali Dilettanti. Infatti, l’unico successo iridato di un italiano era stato siglato nel 1991 a Sydney da Tommaso Russo nella categoria dei pesi medi. A Chicago (Illinois), nella quattordicesima edizione dei Campionati svoltasi dal 23 ottobre al 3 novembre, la squadra azzurra ha ottenuto due successi, con Clemente Russo nei 91 kg e Roberto Cammarelle nei supermassimi, oltre ad una medaglia d’argento con Domenico Valentino (60 kg) ed una di bronzo con Vincenzo Picardi (51 kg). Anche i due azzurri tornati a casa senza medaglia, Vittorio Parrinello (54 kg) e Ivano Del Monte (75 kg), non hanno demeritato perdendo con onore nei turni preliminari. Un successo senza precedenti nella storia della nazionale azzurra al quale si aggiunge la soddisfazione per l’assegnazione all’Italia dei prossimi Mondiali che si disputeranno a Milano nel 2009 e del torneo di qualificazione olimpica per i Giochi di Pechino 2008.
{joomplu:3219 left}Ben 530 atleti in rappresentanza di 120 stati arricchiscono questa lunghissima manifestazione iridata, definita “la più grande” dal presidente dell’AIBA, Mr. Wu. Si registra la sola defezione di Cuba, colpita e contrariata da alcune fughe dei propri atleti durante le tournee in giro per il mondo. Alla cerimonia di apertura ha presenziato l’amatissimo Muhammad Alì che ha regalato i consueti momenti di commozione come capita ogni volta che lo si vede partecipare a manifestazioni del genere. Come detto, l’Italia si presenta con sei elementi agli ordini dei tecnici federali Francesco Damiani, Vasily Filimonov e Giulio Coletta.
{joomplu:3213 left}All’inizio non ci credeva nemmeno lui. Poi, la speranza ha cominciato pian piano a trasformarsi in realtà. E’ il caso del peso massimo Clemente Russo da Marcianise, autentica capitale della boxe, che ha dapprima sconfitto l’inglese Danny Price col punteggio di 14 a 5 e successivamente il ceco Lukas Viktoria per 17 a 6. Nemmeno il quotato tedesco Alexander Povernov, che l’aveva sconfitto l’anno prima in Bulgaria, ha impegnato il nostro peso massimo e negli ottavi di finale gli ha ceduto per 17 a 5. Lo stesso Russo ammette che la svolta si è avuta dopo la vittoria nei quarti di finale sul montenegrino Milorad Gajovic. Russo domina con un sonante 15 a 3 ed entra in zona medaglie dove trova il cinese Nijati Yushan ma, ormai, nessuno ferma più Clemente che si impone per 19 a 11 e vola in finale dove lo attende il russo Rakhim Chakhiyev. Durante la finale, Damiani si arrabbia all’angolo per la mancata assegnazione di alcuni colpi portati in modo pulito dall’azzurro. Il marcianisano delle Fiamme Oro, in svantaggio per tre round, si trova più birra in corpo negli ultimi due minuti, colpisce più volte il russo e lo supera di misura, quel tanto che basta a concedergli la vittoria per 7 a 6.
{joomplu:3221 left}Non gli è da meno il supermassimo milanese Roberto Cammarelle, che inizia la sua marcia trionfale superando per 20 a 2 l’albanese Nelson Hysa ed il venezuelano Jose Payares per 27 a 4. Negli ottavi c’è il bulgaro Kubrat Pulev, col quale Roberto ha un conto in sospeso. Una vittoria per parte nei due precedenti match, sconfitto l’italiano nel 2001 ma rivincita nel 2005 durante la finale dei Campionati dell’Unione Europea. A Chicago, la pratica Pulev viene liquidata con un tranquillo 12 a 5. Non si presentano i suoi avversari nei due turni successivi, Cammarelle passa in finale senza affrontare né l’inglese David Price né il russo Islam Timurziev infortunati. Nella finale con l’ucraino Vyacheslav Glazkov, l’italiano acquisisce subito in vantaggio che mantiene per tre riprese. Nell’ultima, l’ucraino tenta di recuperare ma si disunisce, ne approfitta il poliziotto milanese, più lucido e più fresco fisicamente, che aumenta il margine di vantaggio chiudendo per 24 a 14.
{joomplu:3225 left}A questo punto, il bottino poteva già essere più che soddisfacente ma il peso leggero Domenico Valentino ci teneva a portare ancora un po’ di Marcianise sul podio. Nel suo primo impegno, controlla l’argentino Luis Rueda imponendosi per rsco al 3° round. Nei turni successivi, il fantasioso pugile italiano domina il giapponese Daijiro Hoshi per 27 a 9, l’irlandese Eric Donovan per 29 a 12 e l’armeno Hrachik Javakhyan per 27 a 12. Anche per lui c’è una medaglia. In semifinale si ripete surclassando il nordcoreano Kim Song Guk per 22 a 14 esibendo una perfetta condizione atletica. Nell’altra semifinale, l’inglese Frankie Gavin elimina il temibilissimo russo Tishchenko, già vincitore una volta del nostro pugile che l’aveva però battuto ai Mondiali Militari. Anche con Gavin, il bilancio è di una vittoria per parte ma, complice anche un infortunio ad una mano, nella finale, Valentino non si ripete e, boxando praticamente con una mano, deve cedere il gradino più alto del podio all’inglese che lo batte per 18 a 10.
{joomplu:3220 left}Ottimo torneo per il peso mosca napoletano Vincenzo Picardi, figlio d’arte, che si era messo in luce in passato dominando in campo nazionale e vincendo qualche torneo internazionale ma non si era mai espresso a livelli così elevati. Il suo Mondiale-capolavoro parte con un successo per 22 a 7 sul turco Kadri Kordel. Il cammino del napoletano prosegue nel migliore dei modi con una vittoria per 24 a 14 sul giapponese Katsuaki Susa. Nei quarti di finale, gli si oppone un avversario non irresistibile, Anuruddha Rathnayake dello Sri Lanka. L’occasione per proseguire è ghiotta e Vincenzo non se la lascia scappare, vince 23 a 4 e per lui la medaglia è assicurata. Disco rosso in semifinale dove il thailandese Somjit Jongjohor colpisce e sfugge alle repliche di Picardi. Nonostante il carattere ed il coraggio del nostro peso mosca, netto il punteggio a suo sfavore: 13 a 2 ma promozione garantita. Il thailandese verrà poi sconfitto in finale dallo statunitense Rau’shee Warren per 26 a 13.
{joomplu:3215 left}Il peso gallo Vittorio Parrinello era stato il primo azzurro a salire sul ring. Proprio nella giornata iniziale, il nostro alfiere aveva regolato il georgiano Nikoloz Izoria per rsco al 3° round ma il suo cammino terminava al secondo turno di fronte al forte mongolo Enkhbat Badar-Uugan con il punteggio di 19 a 14. Non un atleta di secondo piano il mongolo poiché arrivava in finale e perdeva, con verdetto discutibile di 16 a 14, dal russo Sergey Vodopyanov.
{joomplu:3217 left}Chi non ha avuto la soddisfazione della vittoria è stato il peso medio Ivano Del Monte, numero 1 in Italia della categoria ma ancora acerbo a livello internazionale. Ad eliminarlo è stato l’ecuadoriano Carlos Gongora per 29 a 22. Il Mondiale statunitense gli è servito per acquisire esperienza. Nella sua categoria, il russo bissava il successo ottenuto nel 2005 vincendo in finale sul venezuelano Blanco per 29 a 4.
Si ripete anche il minimosca cinese Zou Shiming che, dopo la vittoria nel Mondiale cinese, non incontra ostacoli sul suo cammino. In semifinale vince per rsco al 3° round sul francese Oubaali ed in finale non lascia spazio al filippino Tanamor (17 a 3), presente sul podio in tre delle ultime quattro edizioni.
Molto più equilibrio c’è stato nella categoria al limite dei 57 chili. L’ucraino Lomachenko vince per preferenza (13 a 13) in semifinale sul cinese Li Yang ma cede in finale al russo Albert Selimov per 16 a 11.
Conferma del kazako Serik Sapiyev nei 64 kg. Né il giapponese Kawachi né il russo Kovalev, in finale, riescono ad impensierirlo. Sapiyev si conferma vincendo la finale per 20 a 5.
Il pubblico di casa può festeggiare la vittoria del connazionale Demetrius Andrade nella categoria dei 69 kg. Nel match finale, l’americano ha via libera al 2° round sul thailandese Boonjumnong per rsc injury.
Negli 81 kg, podio tutto appannaggio di stati dell’ex Unione Sovietica: Uzbekistan, Russia, Kazakistan e Lituania. E’ battaglia in finale tra l’uzbeko Abbos Atoyev ed il russo Artur Beterbiyev. Per 20 a 17 la spunta l’uzbeko.
Nel medagliere finale, l’ottima nazionale azzurra si piazza al posto d’onore alle spalle dello squadrone russo. Un vero trionfo!
MEDAGLIERE
1° Russia (3 ori, 3 argenti e 2 bronzi)
2° Italia (2 ori, 1 argento e 1 bronzo)
3° Stati Uniti (2 ori)
4° Cina (1 oro e 4 bronzi)
5° Inghilterra e Kazakistan (1 oro e 2 bronzi)
7° Uzbekistan (1 oro)
8° Thailandia e Ucraina (2 argenti e 1 bronzo)
10° Filippine, Mongolia e Venezuela (1 argento)
13° Francia e Turchia (2 bronzi)
15° Azerbaigian, Corea del Nord, Giappone, Lituania e Portorico (1 bronzo)
Le carriere pro di quei pochi pugili che hanno gettato maglietta e caschetto per passare al professionismo sono ancora agli albori poiché quasi tutti i partecipanti del Mondiale di Chicago hanno poi tentato l’avventura olimpica a Pechino. Tra i medagliati di Chicago, lo statunitense Demetrius Andrade (oro nei 69 kg) ha disputato 6 match vincendoli. Anche l’inglese Gavin, vincitore sul nostro Valentino e oro nei 60 kg, ha vinto i suoi primi 3 incontri mentre l’ucraino Glazkov, avversario di Cammarelle e argento tra i supermassimi, ha esordito positivamente ed ha 1 solo match nel suo record. Sono ancora imbattuti da pro anche il portoricano Cotto (3+), gli inglesi DeGale (3+) e Price (1+), gli statunitensi Wilder (7+) ed Estrada (6+), il francese Thomas (5+) e l’ungherese Bedak (4+).
{joomplu:3226 left}Si conclude così questo percorso che ci ha portato a ricordare le 14 edizioni dei Campionati Mondiali Dilettanti fin qui disputate. Adesso non ci resta che iniziare il countdown che ci porterà al primo suono del gong dal Mediolanum Forum di Milano dove il team azzurro sarà chiamato a confermarsi agli altissimi livelli che, ormai, gli competono. Forza Azzurri!!!
Principali fonti consultate: www.amateur-boxing.strefa.pl, Annuario della Boxe Italiana 2009, Boxe Ring, Wikipedia, www.boxrec.com.