Marasco conquista il tricolore leggeri dopo aspra lotta con Chiofalo
Un vero peccato che il solito acquazzone di luglio abbia tenuto lontano il pubblico attorno al ring sul lungolago di Toscolano Maderno nel bresciano. Il campionato italiano leggeri, allestito da Mario e Cristian Loreni meritava una cornice di appassionati ben superiore ai pochi che hanno sfidato condizioni meteorologiche non certo ideali.
Lo spettacolo offerto da Luca Marasco (13+) e Max Chiofalo (10+3-2=) è stato veramente valido. Ha vinto il primo, di stretta misura ma meritatamente, anche se l’amarezza espressa dopo il match, dal siciliano residente a Piacenza, è comprensibilissima.
Entrambi hanno dato il meglio, offrendo dieci round entusiasmanti, in perfetto equilibrio fino al settimo tempo, dove la differenza era davvero minima. Il salto in avanti l’ha compiuto Luca Marasco all’ottava ripresa, esprimendo una varietà di colpi veloci e precisi, mentre Chiofalo, sempre generoso, non riusciva a replicare col solito ardore.
Da quel momento, la freschezza atletica dell’allievo di Egidio e Fabrizio Bugada, oltre ad un repertorio notevole, hanno fatto la differenza. Espressa da due giudici (Salvatore Avola e Massimo Gironaldo) con un 96-94 che fotografava con esattezza il minimo divario. Troppo generoso il 97-93 di Marco Marzuolo.
Marasco ha compiuto un vero capolavoro tattico e non era facile, contro un Chiofalo che al quinto tentativo tricolore non voleva perdere l’ennesima occasione. Per sette round è stato in partita e fino a quel punto poteva anche pensare di farcela. Match sempre piacevole, ritmo altissimo di colpi, più numerosi quelli di Marasco, una mitraglia inesauribile col sinistro avanti che entrava nella guardia di Chiofalo, a sua volta pericoloso nelle repliche che puntavano a far male. Il numero dei colpi era nettamente a favore del più giovane, ma quando arrivava a segno l’allievo di Giordano Mosconi e Alberto Alberti, si capiva che esprimeva maggiore consistenza. Il limite era che non sempre centravano il bersaglio pieno, avendo traiettoria esterna e spesso i guantoni di Luca facevano da salutare intercapedine. Chiofalo non deve rassegnarsi e neppure essere convinto di aver subito un verdetto ingiusto. In passato sicuramente è accaduto, stavolta ha vinto il migliore, di poco, ma correttamente.
Il fatto positivo è la continua crescita tecnica e tattica di Marasco che in meno di due anni ha compiuto un balzo in avanti notevolissimo. Merito dei Bugada di Bergamo che lo hanno trasformato da ‘bagarreur’ di periferia a oculato gestore con qualità di primo piano. Avesse impostato il match sullo scambio di forza ne sarebbe uscito sconfitto. Ha scelto la velocità a scapito della potenza, seguendo i consigli dell’angolo, venendo fuori alla distanza, segno di una preparazione perfetta.
Inoltre ha la possibilità di perfezionare un bagaglio tecnico già buono, lascito dei lunghi periodi in Nazionale, dove sembrava un allievo irrecuperabile per l’esuberanza a scapito della lucidità. Anni dopo, quelle lezioni sono servite a compiere il salto di qualità.
Per battere Chiofalo doveva disputare un match così, senza mai lasciarsi trascinare dal temperamento. Lo ha fatto e ne ha tratto il premio del titolo italiano, conquistato al 13° incontro di una carriera immacolata.
Chiofalo merita una rivincita, anche se con questo Marasco in crescita non sarà facile spuntarla. Il promoter Mario Loreni ha avuto due meriti, far combattere a ritmi intensi Marasco che in un anno ha disputato otto incontri e metterlo nelle mani dei Bugada, che non fanno troppi giri di parole, ma hanno idee chiare e vivono di pugilato. Un grazie lo merita questa famiglia bergamasca che mastica pane e boxe da decenni, prima sul ring, poi all’angolo. Con risultati di alto livello.
La consegna della cintura è stata messa ai fianchi di Marasco dal nuovo presidente del Comitato Regionale Lombardo, il bergamasco Omar Gentile, che ha sostituito Francesco Scaramuccia, scomparso improvvisamente poco dopo l’elezione a consigliere federale.
Il resto della serata, che non ha concesso pause di sereno, si è snodata con altri confronti non tutti di grande spessore, ma comunque assai combattuti. Il piuma romano Mario Pisanti (4+) dopo un avvio un po’ rugginoso contro il modesto Silviu Lupu (0+10-) un romeno di rottura con certo di costruzione, è entrato in carburazione e al sesto tempo ha costretto l’ospite alla resa.
Buona la prestazione di Benoit Manno, al terzo successo nei pro, contro il generoso toscano Angelo Ardito (3+2-) al quale manca la continuità di un fraseggio offensivo ancora troppo sfilacciato. Per contro Manno, che ha un passato in maglietta di tutto rispetto, anche se non fortunato, con Valentino a sbarrargli la strada al vertice dei leggeri, sta crescendo ad ogni confronto e sfrutta bene le lunghe leve. Un mancino sciolto, buona indipendenza di braccia, ancora carente a corta distanza, dove non trova soluzioni alternative.
Ha invece perduto il gallo, fiorentino d’adozione, Rodrigo Bracco (9+2-) contro il bulgaro Yordan Vasilev (4+9-2=) al quale concedeva diversi chili, un credito che l’ospite ha messo a frutto molto bene. Imponendo lo scambio diretto, dove la minore consistenza di Bracco era un handicap che ha pagato salato. Scelta opinabile da parte organizzativa, anche se nulla cambia nella sostanza.
Raramente abbiamo visto un superleggero tanto alto quanto il bulgaro Zdravko Nikolov (3+2-), oltre l’1.85 per 65 kg. Per il piacentino Paolo Lazzari (6+) un problema per niente semplice da risolvere, specie di avvio, visto che Nikolov, muoveva le lunghe leve niente male, portando diretti e montanti con grande naturalezza. Su uno di questi è incappato Lazzari che si è trovato seduto sulla stuoia, più sorpreso che scosso. Pagato lo scotto, l’emiliano al quale non manca il temperamento, ha cominciato a scalare il grattacielo e alla fine del secondo tempo ha restituito con gli interessi il passivo precedente. Al suono del terzo round, l’ospite faceva capire di averne abbastanza, complice una ferita alla bocca, che convinceva anche il medico a dare lo stop.
Era l’ultimo incontro di una serata estiva, in una località di grande richiamo turistico, rovinata dalla pioggia e da una strada, quella del lungolago da Brescia verso Toscolano passando per Salò e Gardone, dove si viaggia a passo d’uomo.
Unica consolazione, un bel tricolore in una categoria che ha sempre dato soddisfazioni all’Italia. L’augurio è che Marasco cresca ancora per dare all’Italia a tempo debito, quel titolo europeo che manca dal 2005 con Stefano Zoff.